Gli artt. 62 e 63 del nuovo codice dei contratti prevedono un sistema di qualificazione in capo alle Stazioni Appaltanti in forza del quale le stesse, previa verifica del possesso di una serie di requisiti indicati nell’allegato II.4 del D. Lgs 36/2023, vengono iscritte in un elenco istituito presso l’ANAC.
Il requisito della qualificazione è richiesto al fine di svolgere attività di progettazione e affidamento e l’ANAC, recita il comma 2 dell’art. 62 del nuovo codice, “non rilascia il codice identificativo di gara (CIG) alle stazioni appaltanti non qualificate”.
Facendo seguito alle richieste di chiarimenti in merito da parte dell’ANCI, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha emanato, lo scorso 12 luglio, una Circolare che fornisce una chiave interpretativa con riferimento agli affidamenti di opere finanziate con risorse del PNRR e PNC.
Nelle ipotesi di affidamenti a valere su PNRR e PNC, precisa il MIT, si applica un regime derogatorio tale per cui ai Comuni non Capoluogo, fino al 31 dicembre 2023, non è richiesta la qualificazione.
Tra le motivazioni a supporto di tale scelta applicativo-interpretativa, il MIT ha chiarito che il regime “speciale e derogatorio” riservato ai casi de quibus risponde alla necessità di favorire una celere realizzazione delle opere che scongiuri il rischio di “inefficiente dispersione delle relative procedure di gara”.
Fatte tali premesse, la circolare MIT conclude ribadendo la proroga fino al 31 dicembre 2023 della possibilità, per i Comuni non capoluogo, di far ricorso alle modalità di acquisizione di beni e servizi senza necessariamente aver conseguito la qualificazione di cui al D. Lgs 36/2023 anche nelle procedure bandite successivamente al 1 luglio 2023.
