La chiarezza dei criteri di valutazione nelle procedure di offerta economicamente più vantaggiosa conferisce al voto numerico l’idoneità ad integrare gli estremi di una motivazione sufficiente.
Questo è quanto sostenuto dal Consiglio di Stato con sentenza della sez. V, del 14/06/2023, n. 5854.
La pronuncia prende le mosse dal ricorso per la riforma di una sentenza del TAR Toscana proposto da una società non aggiudicataria di una gara.
La gara in questione prevedeva l’affidamento con procedura aperta, e applicazione del criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, di un servizio che, secondo le disposizioni del capitolato, avrebbero dovuto avere delle precise caratteristiche. La società aggiudicataria, invece, aveva proposto una soluzione diversa da quanto previsto nel capitolato.
Il TAR Toscana, nel respingere il ricorso, aveva ritenuto valida la tesi per cui la soluzione alternativa proposta fosse da considerarsi quale “offerta migliorativa”.
Nelle motivazioni del Consiglio di Stato, a conferma di quanto già sostenuto dai Giudici di primo grado, si legge che le caratteristiche alternative offerte dall’aggiudicataria, stante le molteplici possibilità di montaggio degli apparecchi oggetto della prestazione, siano da considerarsi quale “miglioria” e, in quanto tali, siano stati correttamente attribuiti dei punteggi più alti in sede di valutazione delle offerte.
Fatte queste premesse, e considerato il margine di discrezionalità da parte della SA soprattutto nelle procedure che prevedono l’offerta economicamente più vantaggiosa, il Consiglio di Stato ha ritenuto che l’attività valutativa sia stata espletata correttamente; intendendosi la correttezza come valutazione nel merito ‘non inficiata da macroscopici errori o travisamenti di fatto.
Con queste motivazioni il Giudice d’Appello ha rigettato il ricorso.
