L’ANAC, con DELIBERA n. 576 del 28 luglio 2021 conferma l’orientamento giurisprudenziale secondo il quale è necessario, al fine di evitare distorsioni al principio di libera concorrenza e violazioni della normativa comunitaria, limitare il ricorso alla proroga tecnica per il tempo strettamente necessario all’espletamento delle procedure di gara per il nuovo affidamento.
Con riferimento alla durata dei contratti pubblici, l’art. 106, co. 11, D.Lgs. 50/2016 prevede la possibilità di proroga della stessa qualora sia previsto dal bando o dai documenti di gara, la c.d. “proroga tecnica”.
Il disposto normativo è posto a presidio della prosecuzione del rapporto contrattuale nelle more dell’individuazione di un nuovo contraente e garantisce continuità delle prestazioni in favore della Pubblica Amministrazione. La norma, però, limita la durata della proroga al tempo strettamente necessario alla conclusione delle procedure di individuazione del nuovo contraente al fine di evitare che l’abuso dell’istituto trasformi tale proroga in un mero affidamento senza gara in violazione di ogni principio comunitario di libera concorrenza e parità di trattamento. La reiterata inosservanza dei limiti previsti dall’art. 106, ha reso necessario l’intervento della giurisprudenza che, pur riconoscendo la necessità di evitare il blocco dell’azione amministrativa, conferma l’opportunità di limitare i casi di ricorso alla proroga tecnica. In proposito, già prima della Delibera ANAC, si è recentemente pronunciata la Corte dei Conti – Sezione di controllo per la Regione siciliana- con Deliberazione n. 124/2020/PREV che, nel sostenere il valore vincolante delle Direttive europee nell’ordinamento nazionale cita il considerando n.111 della Direttiva n. 2014/24/UE del Parlamento europeo nella parte in cui precisa che “le amministrazioni aggiudicatrici dovrebbero avere la possibilità di prevedere modifiche mediante clausole di revisione o di opzione, senza che tali clausole conferiscano loro discrezionalità illimitata”.
